In attesa che questo vuoto venga colmato con una legge nazionale, la Regione Puglia farà da sola presentando nei prossimi giorni, prima alle parti sociali e poi al Consiglio, una bozza di legge che punti sulla formazione-prevenzione e sul sostegno psicologico di chi è vittima del mobbing
BARI – Contro il mobbing non è sufficiente il solo risarcimento del danno subito dal lavoratore, è necessario un quadro normativo specifico, finora assente, che agisca innanzitutto sulla prevenzione: in attesa che questo vuoto venga colmato con una legge nazionale, la Regione Puglia farà da sola presentando nei prossimi giorni, prima alle parti sociali e poi al Consiglio, una bozza di legge che punti sulla formazione-prevenzione e sul sostegno psicologico di chi è vittima del mobbing.
«Si tratterà – ha detto l’assessore regionale al lavoro, Marco Barbieri – del primo provvedimento legislativo in materia di lavoro che presenteremo, e non è un caso visto che la tutela della libertà e della dignità delle persone che lavorano è un punto qualificante del nostro programma di governo».
L’annuncio della preparazione del testo di legge è stato dato oggi da Barbieri nel corso di un convegno sul mobbing davanti al giudice organizzato a Bari dal Centro nazionale studi di diritto del lavoro Domenico Napoletano, al quale ha partecipato, tra gli altri, anche il prof. Gino Giugni.
Barbieri ha assicurato tempi brevi (la bozza sarà pronta entro una decina di giorni), e soprattutto un iter che seguirà il metodo della concertazione, avviando prima il confronto con le parti sociali e poi la discussione in giunta e nel consiglio regionale. Con questa legge, ha detto, «la Regione Puglia intende sia promuovere azioni di formazione rivolte alla prevenzione del mobbing sia incentivare anche finanziariamente la realizzazione di terapie di supporto e riabilitazione per le vittime del mobbing e delle loro famiglie, creare punti di ascolto nei servizi territoriali sanitari ai quali le vittime del mobbing possano rivolgersi in prima istanza, e creare con la partecipazione delle parti sociali, un osservatorio regionale che governi l’applicazione della legge stessa».
Barbieri ha ricordato che la Corte Costituzionale (che nel 2003 ha dichiarato incostituzionale una legge sul mobbing approvata dalla Regione Lazio) ha ricondotto in termini molto restrittivi la competenza regionale su questo tema delimitandola alla sfera della tutela e sicurezza del lavoro ma con attinenza esclusiva ai profili della salute in senso stretto. «Con questa sentenza, che peraltro io condivido – ha detto Barbieri – il campo di azione delle Regioni è quindi molto circoscritto – ma «noi faremo la nostra parte per prevenire questi fenomeni» anche perchè crediamo che la tutela risarcitoria che viene attualmente assicurata nelle aule di giustizia «non sia sufficiente perchè i beni coinvolti, cioè la libertà e dignità delle persone che lavorano, hanno bisogno di una tutela non successiva e monetaria ma di una tutela effettiva».
La legge regionale sul mobbing prevedrà anche la istituzione di un osservatorio regionale coordinato con ciascuna Provincia, «allo scopo di avere un quadro unitario volto alla prevenzione del fenomeno in attesa che – ha concluso Barbieri – a livello nazionale, mutato l’orientamento e la composizione dell’attuale maggioranza di governo, si possa prendere atto della gravità del fenomeno» e quindi promuovere una legislazione nazionale.
Paola Laforgia